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Intenso brano dedicato dalla cantautrice alla parte di noi più intima e spesso inascoltata.
Lo
sguardo personale di Kìmel sul mondo che si chiede se la coscienza della società (città) ha valore se le diamo la giusta importanza, ma soprattutto se siamo in grado di voler ancora ascoltare e agire per mezzo di essa e non su ciò che ci viene imposto.
Kìmel immagina la coscienza come un mostro buono ma terribile, perchè ci spaventa ascoltarci, ma buono perchè vive in noi.